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LA TRADIZIONE MUSICALE DEL CILENTO E VALLO DI DIANO

Il canto tradizionale tipico del Cilento, era il canto a distesa, definito “alla cilentana”. In genere si trattava di melodie semplici, con intervalli melodici brevi, definiti ad una o più voci a volte armonizzate per terze. Quasi sempre le trofe di questi canti finivano con una nota lunga e supportata dal suono dell’organetto e della chitarra battente. Venivano usate anche zampogne e zufoli spesso costruiti spesso dagli stessi suonatori cilentani. I temi ricorrenti di queste cantate erano l’amore, che spesso sfociavano in lamenti per esprimere il dolore dell’abbandono, oppure la rivolta per i soprusi continui esercitati dai baroni dell’epoca sulle popolazioni del territorio. Altri canti chiamati “cilentane” avevano come tema il lavoro o la gioia della vita agreste. I canti della tradizione cilentana erano collocati nel punto di intersezione tra culture, tradizioni e dialetti dell’area partenopea e quelli del ceppo calabro-siculo, o meglio ancora lucani. Per certi versi si può ipotizzare che l’appartenenza del Cilento sia più lucana che partenopea. E’ opportuno ricordare alcuni autori di poesie e canzoni della lingua dialettale cilentana. In particolare Giuseppe Liuccio e Aniello de Vita hanno dato vita e saputo raccontare magistralmente storie, abitudini, usi, costumi e paesaggi del loro territorio. Una menzione particolare merita Piera Lombardi definite la voce del Cilento nel mondo, in virtù della sua eccezionale vocalità. Da ricordare la sua stupenda avversione rivisitata in chiave più moderna, di quello che ormai è diventato l’inno del territorio: “la Cilentana”.